“Prima di venire a studiare qui, a scuola andavo male: avevo sei insufficienze, non capivo l’italiano e facevo fatica ad integrarmi. In soli sei mesi il miglioramento è stato evidente e al termine dell’anno sono uscita con un solo debito”.
Salma Abdelrazek ha 19 anni ed è originaria dell’Egitto. A Piacenza è arrivata circa sei anni fa: dopo l’esame di terza Media si è iscritta all’Isii Marconi, dove oggi sta completando il suo percorso per diventare perito chimico.
Gli inizi non sono però stati facili: un Paese nuovo, la lingua completamente diversa, nuovi compagni con cui non riusciva ad entrare in sintonia. Una pagella che, inevitabilmente, ne risentiva in negativo. Fino alla scoperta de Il Circolino, associazione a matrice cattolica ma di respiro trasversale nata nel 2004 su iniziativa di un gruppo di ex insegnanti “che aveva - si legge sul sito internet dedicato - sia il desiderio di continuare al di fuori dell’orario scolastico l’attività educativa iniziata con i propri alunni, sia l’esigenza di aiutare quei ragazzi che avevano difficoltà nello svolgere autonomamente il lavoro a casa”.
“Me ne aveva parlato un’amica macedone”
“Una amica macedone mi parlò di questo luogo dove andava tutti i pomeriggi a fare i compiti, così decisi di provare anch’io - spiega Salma -. Pensavo che mi avrebbero supportato solo con l’italiano, invece l’aiuto è stato ben più grande e ha riguardato tutte le materie in cui andavo male”. Con l’esame di maturità all’orizzonte, Il Circolino per Salma è ancora oggi un “porto sicuro”. Un luogo di amicizia, incontri - anche se con il Covid si sono spostati online - dove nel tempo ha imparato a dare, oltre che ricevere.
“Quando ancora si poteva andare in sede, spesso cercavo di dare una mano ai ragazzi più piccoli con lo studio: qui mi hanno ‘salvato’, quindi mi sembra il minimo restituire qualcosa. Questo mi ha spinto anche a diventare volontaria alla mensa Caritas: credo che ognuno di noi debba essere parte attiva della società stando vicino a chi è in difficoltà”.
“Siamo diventati un riferimento anche grazie all’8xmille”
Oltre a Salma, oggi a frequentare Il Circolino sono circa trenta studenti delle scuole Medie e Superiori della città. A seguirli una ventina di volontari, in larga parte insegnanti in pensione, ma anche universitari o liceali in stage. “Anche se questa realtà è nata nel solco dell’esperienza di Comunione e Liberazione, negli anni hanno sposato la causa diverse persone esterne, alcune anche non collegate alla vita della Chiesa: significa che il desiderio di interessarsi agli altri è universale, è qualcosa che fa parte del cuore umano”. A Parlare è Rosaria Del Nunzio, ex insegnante e tra le fondatrici de Il Circolino. “Inizialmente - ricorda - le nostre attività sono state ospitate nei locali del Liceo San Benedetto, poi presso la parrocchia di Santa Maria di Gariverto, mentre attualmente siamo all’oratorio di Santa Maria in Torricella, in via La Primogenita”. “Il nostro è sempre stato un servizio gratuito, per questo abbiamo bussato a diverse porte per farci aiutare; fondamentale - sottolinea - è il contributo che arriva dalla diocesi con l’8xmille, che ci permette di sostentarci e continuare ad essere un riferimento per questi giovani”.
L’emergenza: ritrovare il gusto di vivere
Se prima a frequentare Il Circolino c’erano anche alcuni ragazzi italiani, ora la maggior parte delle richieste arriva da giovani emigrati. “Si trovano catapultati in un Paese diverso, con difficoltà legate alla lingua e all’integrazione - evidenzia Del Nunzio -. Con loro e con le rispettive famiglie è fondamentale stabilire un rapporto umano profondo, altrimenti non si cresce e non si cammina insieme: oggi noto che si sta perdendo il gusto di vivere, di scoprire la realtà. Il mio compito è svegliarmi ogni mattina ed impedire che ciò accada”.
In pensione ormai da vent’anni, Del Nunzio è una presenza fissa alla Torricella. Persino in questo periodo di pandemia. “Se con il primo lockdown le attività si sono svolte interamente online - spiega -, dallo scorso autunno un piccolo gruppetto di ragazzi delle Medie lavora in presenza, mentre gli altri continuano a distanza. I più piccoli hanno infatti bisogno costante di essere guardati e seguiti, altrimenti faticano a trovare un metodo di studio”.
“È un’esperienza di carità”
“La didattica a distanza è faticosa”, aggiunge Anna Pizzi, anche lei insegnante in pensione, da quattro anni in servizio a Il Circolino. “Manca la socialità che questo luogo garantisce. Oltre ai compiti - esemplifica - c’è infatti tanto altro: la merenda, i film, le chiacchiere, le gite. In questi mesi abbiamo provato comunque a mantenere l’intesa con i ragazzi, ad essere una presenza per combattere solitudine e disagio”.
“Personalmente - riflette ancora -, per me che sono credente ed ho come riferimento il carisma di don Giussani, questa è un’esperienza di carità: è un «decentrarsi», come dice papa Francesco, per far posto a qualcosa che non sono io. Sono convinta che la crescita di questi ragazzi non dipenda esclusivamente da noi educatori: il cambiamento è un mistero, una grazia. Noi abbiamo il dovere di porre le condizioni, però la risposta dei giovani è sempre libera”.
Federico Tanzi
4. Pins and rollers are also important. The rollers are what guide the tape around the corners of the cassette. The pins hold the rollers in place. Some manufacturers will use plastic pins. This has the potential of the roller and the pin becoming welded under heated conditions. Also, if the rollers are of cheap quality, the tape may not move smoothly while recording or copying. The tape can even become damaged due to friction.
5. Slip sheets are the sleeves between the tape and the case. These are also important since they help the tape to travel smoother. Smooth travel of the tape is critical to a good recording.